domenica 4 dicembre 2011

QUALITA'

ovvero l'amore per la lana.

Prima ti fermi in tutti i negozi, trovi le bellissime merinos, morbidissime al tatto, non proprio economiche, con le classiche palettes (non cambiano colore molto spesso) e questo è l'unco gomitolo pura lana a cui aspirare. Il resto è tutto misto.

Poi lavori, ti compiaci della morbidezza e poi.....


Succede come ieri sera, quando ho visto Antonella Clerici nella trasmissione dei bambini che cantano come i grandi. Con tutto il rispetto, ma mi chiedo perchè una donna di quell'età si deve truccare come una bambola pur avendo il viso giustamente segnato dal tempo, si veste come una meringa pur essendo notevolmente di taglia forte.

Lavi il capo che hai realizzato e scopri che la fibra non ha molta resistenza, si lascia andare, fa i pallini anche se la manovri con molta cura e sembra già un po' troppo consumata (come immaginarsi l'Antonella senza trucco e in jeans, forse una delusione perchè diversa dall'immagine classica che ci ha sempre dato...)


Invece io preferisco la lana ruvida.

Vera e autentica, dall'inizio alla fine.

Non proprio morbidissima ma chi se ne frega se poi è calda e avvolgente e trasmette qualcosa di magico e autentico.
 Non è bellezza senza sostanza, come invece sono le lane classiche merinos.

Evviva!




1 commento:

  1. Sono d'accordo, e mi piace questa definizione di "bellezza senza sostanza", anche se le merino non mi dispiacciono. Ma i filati di Biella wool company, è vero, sono un'altra cosa, anche pensando alla ricerca che è nescosta nelle loro fibre
    Buon lavoro , ros :-)

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